How to: Rethink. Revise. Rebrand.
Quanto è fondamentale ideare un logo efficace, con lo scopo di creare una chiara brand identity? Più o meno quanto presentarsi al lavoro in orario o rispettare le scadenze con i clienti. O mangiare. O dormire.
Spesso il logo di un’azienda riflette un po’ anche l’anima del suo fondatore o, in questo caso, quello della sua fondatrice.
C’è della curiosità sul nome scelto per la nostra agenzia, tanto che spesso mi viene chiesto di ripetere la sigla KT25 – sì, due lettere e due numeri – o di raccontarne il significato e, per lasciare un velo di mistero sulla questione, mi limito a dire: “Prima regola del Fight Club: non si parla del Fight Club”.
“Tra Art Director e Cliente CI TOCCA Mettere il Dito”
Avete presente il celebre detto “Tra moglie e marito non mettere il dito?”
Ecco. Noi Account ci dedichiamo anche a questo difficile compito: conciliare le richieste dei clienti con le proposte degli Art Director.
Il processo creativo che sta dietro la realizzazione di un logo, che si tratti di un rebranding o della bozza di un nuovo progetto, porterà ad una nuova identità di marca a partire dall’aspetto grafico. Praticamente un lifting all’immagine dell’azienda.
Carino il logo homemade – disegnato dal cugggino di turno – ma quello creato dall’Art Director di un’agenzia specializzata è decisamente meglio, no? Un account che faccia da trait d’union tra i due coniugi agevolerà la creazione del logo perfetto, per portare alla luce la vostra visione in modo impeccabile, e, anche di fronte alle numerose sfide che questo comporta, sapremo leggervi nel pensiero. Non preoccupatevi cari (futuri) clienti, siamo noi i veggenti dei quali non sapevate di avere bisogno (il lavoro sporco lo facciamo noi).
Immaginate noi Account come veggenti con “sobri” turbanti in testa, perché il risultato finale andrà ben oltre le vostre aspettative e le richieste del brief iniziale.
Tuttavia, tentare di conciliare lo spirito artistico degli Art Director e l’operatività dei clienti è paragonabile solo a mediare una conversazione tra alieni provenienti da pianeti diversi, uno da Nettuno e uno da Marte. Insomma, non c’è nessuna speranza di comunicazione, parlano proprio due lingue diverse e reciprocamente sconosciute. Ma se è vero che gli opposti si attraggono, il ruolo di magnete spetta proprio a noi Account, per far sì che le idee di cromia e design dell’artista prendano vita.
Quando il neonato logo vedrà la luce del giorno diventerà onnipresente: sito web, cappellini e biglietti da visita – o figurine, come mi piace chiamarle – non fanno eccezione, e il tutto andrà a delineare la carta d’identità dell’azienda.
Ecco quindi le mie pillole di saggezza per un Account che aspiri a crescere in questo settore, anche se – diciamocelo – creare un logo non può definirsi proprio una ‘scienza esatta’.
- Il logo deve avere colori puri (meglio non sfumarlo)
- Una volta scelto il logo non si torna indietro (no, non si può cambiare il colore in base al mood del giorno)
- Quello che il cliente NON vuole è: LEGGE (se odia il rosa, allora non lo vuole vedere)
- Se non hai pazienza, ti conviene lavorarci (credimi, ti servirà)
Ladies & Gentleman – dalla prima riunione che ho arbitrato in autonomia tra un Cliente e il nostro Art Director – è tutto.
Non male come inizio, giusto?
Al prossimo rendez-vous.
-Elle