Domanda da un Milione di Euro: L’IA Sostituirà l’Uomo o è Solo una Ghiandaia Imitatrice?
Utilizzare l’IA è un po’ come giocare a “Simon says” – il gioco per bambini con cui gli insegnanti fanno cimentare i bambini per imparare piano piano una nuova lingua – seguendo l’esempio di ciò che fa “Simon” e riproducendo nella maniera più fedele i suoi movimenti. Si può chiedere a più Intelligenze Artificiali – su diverse piattaforme online – di fare quello che noi diciamo o scriviamo e queste cercheranno di fare del loro meglio per imitare l’azione secondo le nostre indicazioni.
Insomma, ad oggi le IA non sono ancora giunte allo stadio in cui possiamo definirle davvero “intelligenti”, ciò che fanno è principalmente assimilare una grande quantità di informazioni sotto forma di dati e di conseguenza fornire risposte sulla base delle nostre indicazioni – concetto ben lontano dal “pensiero” razionale o astratto che contraddistingue l’essere umano.
E’ Possibile Replicare il Pensiero Creativo e Tradurlo in Algoritmi?
Un recente studio dell’Università Bicocca di Milano ha infatti stilato una classifica dei “lavori” che verranno presto sostituiti dall’IA – perché è inevitabile e in parte l’IA lo farà – e tra questi all’ultimo posto si trovano il poeta e lo scrittore (mentre al primo il fisico). Questo perché la creatività e soprattutto la nota Intelligenza Emotiva rappresentano ancora oggi il tratto distintivo di ciascun essere umano. Quindi non replicabile da un’IA.
Il lato positivo su cui incentrare le proprie riflessioni è però un altro. Per prima cosa il fatto che l’IA sostituirà alcune mansioni che oggi sono meccaniche dando così la possibilità alle persone di impegnarsi su lavori che prediligono il pensiero e i ragionamenti. Calando questi concetti nella mia esperienza personale, posso dire che spesso è utile avere il supporto di un’IA per svolgere alcuni compiti che non posso certamente annoverare tra i “principali” del mio lavoro come copywriter.
Un esempio? La grafica delle cartoline di Natale d’agenzia da inviare ai clienti. E’ un lavoro che può essere svolto con l’ausilio di un’Intelligenza Artificiale, ma creando contenuti originali e “guidati” dalle mie parole in forma scritta alla piattaforma. L’input è senza dubbio ANCORA umano, ma con il passare del tempo, mi rendo conto che per poter migliorare sempre più in quello che faccio, dovrò imparare a sfruttare a mio vantaggio questi strumenti che la tecnologia mette a disposizione. Imparare ad utilizzare l’IA è una skill che va nutrita e fatta crescere, e quindi va usata a nostro vantaggio, anche se non può sostituire la componente creativa dell’uomo, infatti: “Sembra esserci qualcosa di unico nella creatività umana, qualcosa che anche i più sofisticati modelli di IA generativa non sembrano ancora essere in grado di replicare” come rivela uno studio di Carey Morewedge della Boston University.
Cartoline d’Agenzia: Tra Creatività Umana ed Esecuzione Firmata IA
L’avversione dell’essere umano verso queste “sconosciute” nuove tecnologie è una scelta che affonda le proprie radici nel non voler conoscere. Il cambiamento spaventa, ma oggi questa tecnologia non minaccia l’identità umana, eccelle solo nel gioco “Simon says”!
PS. Se siete ancora restii, guardate come in 10 minuti (e alcuni tentativi di spiegazione per raggiungere la mia idea iniziale) ho realizzato, grazie ad uno strumento di AI, una cartolina di Natale per KT25 (vedi immagine di copertina).
(Avrei anche voluto mandarla ai clienti, invece della versione – pseudo carina – che ho inviato e che mi ha portato via parecchio tempo, ma purtroppo il lampo di genio mi ha illuminata solo oggi).
Al prossimo rendez-vous e Happy Holiday Season!
-Elle